Chiesa San Maria della Stella
Realizzata per iniziativa del parroco don Domenico Cardi, la chiesa parrocchiale dedicata alla Vergine del territorio di Broccostella è situata nel centro del paese. L’edificio sacro fu progettato negli anni 1963-1964 dall’architetto Giuseppe Zander, fu costruito nel 1967 e consacrato il 28 settembre 1968 con una solenne cerimonia presieduta dal vescovo di Sora Biagio Musto. Connotata da nitide geometrie, la chiesa si presenta all’esterno rivestita interamente in mattoni con il prospetto segnato nella parte superiore da una vetrata a forma di croce ed un portico in cemento armato a tre campate che segna il punto di contatto della chiesa con il circostante paese; l’interno è costituito da un capiente impianto longitudinale attraversato dalla ritmica di quattro portali trasversali in cemento armato che percorrono l’unica navata. Nel presbiterio l’architetto Zander ha riproposto in modo concentrato il tema presente nell’aula con un portale trasversale di contenute dimensioni che enfatizza lo spazio della celebrazione. Al 1972 risale il campanile, progettato dal medesimo architetto, ubicato a sei metri di distanza dalla chiesa
Dopo più di quarant’anni di vita, la chiesa di Santa Maria della Stella necessitava di interventi intesi dapprima in funzione di semplici lavori di manutenzione straordinaria e poi sviluppati, in una versione molto ampliata grazie alla disponibilità resa dall’attuale parroco don Tommaso Del Sorbo coadiuvato dal Consiglio Parrocchiale, come impegnativo e complesso progetto concentrato su un vero adeguamento liturgico, spaziale ed impiantistico progettato dall’architetto Laura Scrimieri. La chiesa è stata così dotata di una nuova pavimentazione che cela un sofisticato impianto di riscaldamento, di un nuovo impianto elettrico, di pannelli isolanti sulle pareti laterali posizionati per ottenere l’isolamento termico, di un nuovo impianto di diffusione sonora, di nuovi arredi lignei e di una nuova cromia.
Il punto generatore di tutta la progettazione dell’arch. Laura Scrimieri è stato quello degli arredi liturgici costruiti in travertino rosso persiano misto a travertino sbozzato. L’altare è stato così concepito dalla progettista in una contenuta forma cubica attraversato dal disegno di una scala in un significativo richiamo iconografico che associa la scala di Giacobbe al Cristo e in particolare alla funzione stessa dell’altare inteso così nella doppia valenza di luogo dove attraverso il cristo scende da Dio la Salvezza e dall’uomo sale a Dio la lode perfetta. L’ambone, luogo dell’Annuncio della Parola di Dio, è stato interpretato quale monumento alla Risurrezione del Salvatore: il sudario di Cristo scolpito nel travertino si riversa sul fronte di esso ed i sottostanti simboli del vaso, del pesce e della colomba incisi sulla pietra alludono al Mistero Pasquale. Infine il fonte battesimale, collocato più in basso rispetto alla quota della pavimentazione, in significativo richiamo all’immersione del catecumeno che muore e risorge a vita nuova per mezzo del battesimo, è stato impostato seguendo una forma cubica in collegamento all’iconografia battesimale come avvento del Mistero nel contesto terreno. Splendidi nei materiali e nelle iconografie sono i tre brani musivi del maestro Augusto Ranocchi che da oggi impreziosiscono la chiesa parrocchiale di Broccostella. Rispettivamente a destra ed a sinistra della zona inferiore del portale che precede l’abside si trovano la scena del Battesimo di Cristo ed una Gloria degli Angeli che contemplano la bronzea custodia eucaristica opera dello stesso Ranocchi.
Al centro della zona presbiteriale si apre la grande illustrazione liturgica della chiesa ossia il mosaico rappresentante la Madonna della Stella pronta ad accogliere il fedele nel suo incidere lungo la navata. Tali opere costituiscono, con le loro considerevoli dimensioni, tre urgenze vigorose e pulsanti che, come accadeva in passato nei luoghi di culto decorati con questa tecnica, esprimono efficaci similitudini del sacro: calamite che attirano la vista per poi rapire l’anima. La realizzazione di un così impegnativo risultato è stato frutto di anni di lavori praticati sul sacro edificio. La riapertura e dedicazione del nuovo altare della chiesa parrocchiale è avvenuta il 5 settembre 2010 in una solenne celebrazione presieduta dal vescovo di Sora, Aquino e Pontecorvo, S. E. Mons. Filippo Iannone. La storica portata dell’evento è stata celebrata con tre giorni di festeggiamenti di cui si segnala la presentazione del libro scritto dal Dott. Stefano Di Palma dal titolo La chiesa di Santa Maria della Stella: dalle origini all’adeguamento liturgico, (Prefazione Prof.ssa Maria Antonietta Crippa), Isola del Liri, 2010, (180pp.) avvenuta lo scorso 3 settembre 2010 presso il “Palasport” di Broccostella. Il volume, patrocinato dalla Regione Lazio, la Provincia di Frosinone ed il Comune di Broccostella, è disponibile gratuitamente previa richiesta al parroco.
Chiesa San Michele
La chiesa dedicata all’Arcangelo, cara alla memoria locale, è stata la prima ed unica sede parrocchiale del paese sino al 1986, anno in cui, su decreto dell’allora vescovo Lorenzo Chiarinelli, fu unificata alla più giovane parrocchia di Santa Maria della Stella, fondata a sua volta nel 1931 ( con sede dapprima in una locale cappella posta nella pianura del paese e poi ubicata definitivamente dal 1968 nella nuova chiesa parrocchiale posta al centro del medesimo ), divenendo, quest’ultima, punto di straordinaria importanza per l’intero territorio. Situata nell’antico circuito del “Castrum Brocchi” la fondazione della chiesa di San Michele Arcangelo è collegabile al periodo longobardo quando fu fondato il castello e l’annesso borgo che costituì il primitivo nucleo abitativo della zona. La mancanza di documenti lascia la chiesa sepolta per secoli senza memorie.
Le prime notizie risalgono agli anni 1593-1594 quando il vescovo Antonio Salomone giunse in Visita pastorale a Brocco. Le vicende della chiesa parrocchiale nei secoli e le descrizioni di altari, quadri, statue, reliquie e arredi sacri sono documentate nelle Visite Pastorali dei dei vescovi di Sora; da esse emerge la pratica della vita cristiana di una piccola comunità tenacemente legata alle tradizioni religiose e al culto dei Santi, venerati profondamente e invocati quotidianamente nelle circostanze di pubbliche calamità. Significativa è la descrizione fatta dell’arciprete don Carlo Piazzoli nel 1837 che rileva la situazione della chiesa in quel tempo: vi erano sette altari, il tetto era a volta e ai lati della facciata sorgevano due campanili; nella zona dell’altare maggiore era collocata la statua di San Michele in una nicchia e nel pavimento era scavato il sepolcro dei sacerdoti e in una fossa comune venivano sepolti uomini, donne e bambini mentre i fanciulli non battezzati erano sepolti fuori della chiesa. Nel XX secolo, numerosi restauri furono attuati sulla struttura, procurando un certo cambiamento delle forme originali che definiscono l’odierno interno ed esterno della chiesa. Il primo intervento da ricordare fu causato dal terremoto del 13 gennaio 1915 quando crollarono il tetto, i due campanili della facciata e la sacrestia; il secondo restauro è da ricondurre successivamente agli eventi bellici del 1944 quando la chiesa subì danni durante l’occupazione tedesca. Infine importanti lavori di trasformazione furono eseguiti negli anni 1972-1973 quando fu costruito il nuovo altare maggiore, rivolto al popolo in conformità alle nuove norme liturgiche, riutilizzando la vecchia mensa.
In questa circostanza furono eliminate la balaustra, il battistero e il pavimento del presbiterio fu sostituito. Attualmente la chiesa è costituita da una ampia navata quale si affacciano sei piccole cappelle precedute da un vano per lato dove sono posizionati il battistero e l’ingresso della Sagrestia: a destra sono posizionate quelle dedicate alla Madonna del Rosario e alla Madonna delle Chiaie tra le due è inserita una cappella priva di altare che ospita una tela del XVII secolo rappresentante la Madonna con il Bambino tra i Santi Giacomo e Carlo Borromeo a sinistra si trovano le cappelle di Sant’Antonio di Padova e del Sacro Cuore e quella che ospita il dipinto rappresentante San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio di Padova e San Bernardino opera di metà XVII secolo; infine nella zona absidale in una nicchia è posta la statua di San Michele Arcangelo; ai lati sono ubicate le statue di San Luigi Gonzaga e di San Francesco d’Assisi riferibili al XIX secolo. La chiesa di San Michele Arcangelo è stata chiusa al culto a causa del terremoto, ma da Settembre 2020 dopo il restauro e il consolidamento strutturale è stata riaperta con una nuova luce ed un nuovo splendore per essere di nuovo luogo di culto e tanto caro al popolo di Broccostella. La festa del patrono è l’8 maggio mentre quella della Madonna delle Chiaie e Sant’Antonio di Padova viene svolta la prima domenica di giugno.
Chiesa Madonna delle Chiaie
La cappella è situata al termine del declivio collegato alla strada principale che permette di recarsi alla chiesa di San Michele Arcangelo (500 metri d’altitudine) e si presenta immediatamente allo sguardo nel suo carattere distintivo, ossia come chiesa rurale, circondata dagli ulivi ed immersa in un affascinante scenario agreste. La particolare collocazione può essere vista come giusto riferimento all’affermazione del toponimo Chiaie proveniente dal termine clivus o plagis che designano nel primo caso un terreno in pendio, nel secondo il versante di una montagna. La fondazione di una Cona dedicata alla Vergine, è collocabile con ogni probabilità al XV secolo, epoca in cui risale l’affresco rappresentante la Madonna con il Bambino conservato all’interno della cappella. Il primo documento certificante il sussistere di una vera e propria chesa, è datato al 5 agosto 1569, allorchè il vescovo di Sora Tommaso Gigli (1561-1577) la conferì a don Giovanni Santo presbitero sorano. L’odierna architettura dell’edificio è frutto dei lavori di ampliamento svolti nel 1886 e si basa su un’unica navata di circa 5×10 metri dove sono riprese forme di gusto medievale sul quale si svolge una decorazione autonoma del XX secolo. L’esterno è articolato da tre volumi costituiti dalla facciata, la sacrestia ed il campanile impostati su schematiche linee che delicatamente sono integrate con il circostante paesaggio.
Un tragico accadimento costituì, nel XX secolo, la più profonda ferita inferta a questa cappella: nel 1944 alcune avanguardie dell’ottava armata inglese si scontrarono con i tedeschi, un proiettile di 88 mm cadde sulla piccola chiesa e dopo aver perforato la volta, finì sull’altare senza esplodere; nella piccola calotta è visibile e chiaramente conservata, l’apertura provocata dal proiettile circondata da una iscrizione che sottolinea il carattere miracoloso dell’infausto evento. Al secondo Novecento si riferiscono diversi restauri e lavori di abbellimento della struttura. Nel 2007 la cappella è stata chiusa al pubblico per praticarvi un restauro volto alla risoluzione delle due problematiche che hanno colpito maggiormente il sacro luogo: le infiltrazioni di acqua e la presenza di superfetazioni che hanno stravolto l’originario aspetto architettonico
Le operazioni di recupero sono state effettuate previo permesso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e dal Paesaggio del Lazio e progettate e dirette dalla dott.ssa arch. Laura Scrimieri. La sera del 23 maggio 2009, alla presenza di un numeroso pubblico, è avvenuta la riapertura della cappella. L’evento è stato segnato da un convegno svoltosi nella chiesa di San Michele Arcangelo dove è stato presentata la pubblicazione del Dott. Stefano Di Palma dal titolo La cappella della Madonna delle Chiaie in Broccostella dove si ricostruiscono le vicende passate e si illustrano le opere d’arte relative a questa storica appartenenza della nostra parrocchia. Le ultime copie del testo, patrocinato dal Comune di Broccostella, sono disponibili gratuitamente su richiesta diretta al parroco. La piccola chiesa è luogo di preghiera e d’incontro in occasione del mese di maggio e della festa annuale della Madonna delle Chiaie che si tiene la prima domenica di Giugno.
Attualmente la chiesa non è aperta al pubblico a causa del terremoto che ha creato dei danni alla struttura da renderla inagibile. Sono stati attivati gli enti preposti, tra cui Soprintendenza per i Beni Architettonici, Belle Arti, e Curia Vescovile, per far tornare di nuovo la chiesa agibile, ripristinando, tramite lavori di ristrutturazione, le condizioni per la sicurezza della struttura